Secondo appuntamento con la rubrica a cura del dottore Sebastiano Bianca e della dottoressa Chiara Barone, specialisti in Genetica Medica che svolgono la professione nelle sedi BGenetica di Catania, Siracusa e Gela. Saranno tanti gli argomenti che saranno trattati con lo scopo di aiutare i lettori a chiarire molti dubbi sul mondo della Genetica.
La diffusione della pandemia da virus SARS-CoV-2 ha, tra le altre, posto la questione sull’impatto della vaccinazione in donne in gravidanza o in donne che stanno pianificando la ricerca di una gravidanza.
Sulla base dei dati a oggi disponibili, suscettibili naturalmente di aggiornamento, abbiamo voluto sintetizzare le attuali conoscenze in modo da chiarire i legittimi dubbi che stanno da recente emergendo.
Questo articolo si basa sulle informazioni tratte dalle fonti ufficiali attualmente consultabili (elenco dei riferimenti bibliografici in calce).
Raccomandiamo di acquisire informazioni sempre da fonti ufficiali e di non dare seguito a informazioni fake non attendibili e generate per creare confusione e incertezza.
Su cosa si basa il vaccino
Il vaccino che è stato attualmente autorizzato e che è in somministrazione in questi giorni in Italia si basa su una tecnologia mRNA. Il vaccino svolge la sua azione inducendo la risposta immunitaria al COVID-19 fornendo alle cellule della persona vaccinata esclusivamente le istruzioni per produrre un frammento del virus, la proteina Spike, che indurrà la produzione di anticorpi specifici verso il virus SARS-CoV-2.
Questa tipologia di vaccino quindi, non introduce nella persona il virus, né vivo né attenuato. È noto che la sola proteina Spike non è in grado di causare infezione o malattia pertanto i casi di COVID-19 che si sono verificati o si verificheranno in soggetti che hanno aderito alla vaccinazione sono dovuti a infezione naturale del virus contratta indipendentemente dal vaccino.
Il parere delle Società Scientifiche
La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), l’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri italiani (AOGOI), l’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI), l’Associazione Ginecologi Territoriali (AGITE) hanno elaborato un Position Paper ad interim sulla base delle conoscenze attuali per fornire indicazioni sulla vaccinazione Covid in gravidanza.
Il documento è stato condiviso anche dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN), dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), dalla Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP), dalla Società Italiana Embriologia Riproduzione e Ricerca (SIERR) e dalla Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO).
Vaccinazione e Gravidanza: i dati attuali
I dati sull’uso del vaccino durante la gravidanza sono ovviamente a oggi molto limitati tuttavia, studi di laboratorio su modelli animali, non hanno mostrato effetti teratogeni in gravidanza.
La gravidanza, soprattutto se combinata con altri fattori di rischio come il diabete, le malattie cardiovascolari e l’obesità, potrebbe aumentare nelle donne il rischio di contrarre una infezione da COVID-19 grave.
L’Istituto Superiore di Sanità ha in atto un sistema di sorveglianza sulle donne gravide in rapporto a COVID-19 che potrebbe offrire ulteriori utili informazioni.
Vaccinazione e gravidanza: indicazioni
Dal citato Position Paper e dalla valutazione delle Fonti Ufficiali (AIFA e Ministero della Salute) è possibile fornire le seguenti indicazioni (alcune di queste vengono qui fornite integralmente come riportate nei documenti citati):
1. La vaccinazione è una scelta personale e la donna deve in tutti i casi essere informata in maniera esaustiva tenendo conto del livello di circolazione del virus, dei potenziali rischi del vaccino e dei rischi connessi all’infezione da COVID19 in gravidanza, sia per la salute materna che fetale.
2. I vaccini attualmente approvati non sono stati testati sulle donne gravide, e pertanto non vi sono dati ufficiali relativi alla loro sicurezza in gravidanza. I dati sperimentali non hanno ad oggi mostrato effetti teratogeni.
3. L’occupazione professionale come operatrice sanitaria o caregiverin contesti in cui l’esposizione al virus è alta rappresenta un ulteriore elemento di rischio aggiuntivo da considerare nel decidere se vaccinarsi o meno in gravidanza e allattamento.
4. Le donne gravide che non hanno una storia recente di infezione da COVID 19 e che hanno specifici fattori di rischio aggiuntivi, possono considerare favorevolmente di ricevere il vaccino COVID 19, che è eseguibile in qualsiasi epoca di gravidanza.
5. Non vi sono controindicazioni all’esecuzione delle altre vaccinazioni (antinfluenzale ed antipertosse) raccomandate in gravidanza. A scopo prudenziale, in assenza di evidenze, si raccomanda di mantenere un intervallo di almeno 14 giorni tra i vaccini.
6. Le donne che allattano e non riportano una storia recente di infezione da COVID 19, possono considerare favorevolmente di ricevere il vaccino.
7. Le donne gravide che hanno riportato una storia recente di infezione da COVID19, possono comunque considerare di scegliere di essere vaccinate; dato che le evidenze indicano che una reinfezione è altamente improbabile nei 90 giorni successivi all’inizio dell’infezione, si suggerisce di differire la vaccinazione fino alla fine di questo periodo.
8. Il desiderio riproduttivo non deve interferire nella scelta della donna a sottoporsi a vaccinazione.
9. Alle donne che decidono di non vaccinarsi è fondamentale ricordare l’importanza delle altre misure preventive quali l’utilizzo dei DPI, il distanziamento fisico ed il lavaggio frequente delle mani.