Una nuova ricerca condotta dai medici dell’Università del North Carolina e dell’Institute of Cancer Researchdi Londra sta dimostrando che le donne che hanno avuto dei figli possono altresì avere un rischio maggiore di cancro al seno rispetto alle donne che invece non hanno avuto figli.
In particolare, lo studio harilevato che il rischio di cancro al seno sale per 24 anni dopo l’ultimo figliodi una donna, con un picco a cinque anni dopo il parto. Il rischio inizia invece a diminuire dopo 24 anni ed è alsuo minimo dopo 35 anni.
Per arrivare a tale risultato i ricercatori hanno esaminato i dati di quasi 890.000 donne di età diverse ehanno scoperto che il rischio continua per più di due decenni dopo il parto. Ildottor David Agus, direttore dell’USC Norris Westside Cancer Center, ha dichiarato che lo studio dovrebbe cambiare il modo con cui ci si interfaccia nella prevenzione e nella diagnosi tempestiva del cancro al seno.
“Se l’ultimo figlio è stato avuto all’età di 35 anni, possiamo iniziare lo screening all’età di 40 anni invece che in modo classico all’età di 50 anni, perché i rischi possono aumentare dopo cinque anni. E così è molto importante che i medici facciano tale riflessione”- ha detto Agus.
Anche se i risultati dello studio potrebbero sembrare spaventosi, Agus ha sottolineato che comunque il cancro al senodiviene più comune più tardi nella vita, a 50, 60 e 70 anni. Il fatto che ilrischio diminuisca 30 o più anni dopo il parto è dunque un buon segno.
“La maggior parte dei tumori alseno accade oltre i 30 anni. Quindi, se si guarda cumulativamente, il fatto che diminuisca il rischio dopo ampio tempo è positivo, perché il cancro al seno èrelativamente raro nelle donne giovani. Questo cambia i nostri criteri discreening e ora dovremmo domandarci quando è avvenuto l’ultimo parto della donna al fine di determinare se si dovrebbe essere controllati o meno” – hadetto Agus.
“Voglio che le pazienti parlino con il loro medico e condividano con lui quando hanno avuto il loro ultimofiglio, al fine di procedere alla pianificazione del corretto screening, nella considerazione che il rischio sarà maggiore a partire da cinque anni da quel momento. Nella discussione con il medico è fondamentale portare anche queste informazioni” – ha aggiunto.