Ogni squadra partecipante agli Europei 2020 ha il proprio soprannome. Ci sono quelli che fanno riferimento al colore della maglia, quelli che fanno riferimento ai simboli della propria nazione e…altri sicuramente molto più curiosi. Abbiamo scelto di soffermarci proprio su questi ultimi. Andiamo con ordine!
Finlandia
Cominciamo dalla Finlandia, i cui giocatori sono soprannominati i gufi reali. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che il 6 giugno 2007, nella partita casalinga contro il Belgio, un gufo reale planò sul campo posandosi per alcuni minuti sulla porta. La partita fu interrotta a causa di questo evento e, da quel momento, il soprannome divenne quello prevalente per la squadra scandinava, tanto da scavalcare quello precedentemente in uso, biancoazzurri, in intuibile riferimento al colore della maglia.
Croazia
La maglia della Croazia è una delle più particolari di quelle partecipanti agli Europei di calcio. Quanto basta per rendere i suoi giocatori soprannominati kokasti, ovvero quelli con la divisa a scacchi. Tuttavia, è sempre più in uso il soprannome degli Ardenti, legato alla tradizione letteraria di Josip Prudeus, scrittore croato che coniò questo termine nel momento in cui compose l’inno per la squadra, nel 1996.
Scozia
Passiamo dunque alla Scozia, con il soprannome The Tartan Army, ovvero, l’esercito del Tartan (o dei Tartan). In questo caso non occorre avere grande fantasia nel rammentare che il tartan è il tradizionale tessuto scozzese, utilizzato anche per realizzare il kilt, il celebre indumento scozzese, accompagnato con lo sporran, la borsa di cuoio. Ecco dunque che la tifoseria scozzese, così come i giocatori, è soprannominata Tartan Army.
Slovacchia
Un po’ meno intuibili sono i soprannomi della Slovacchia. Il primo è Repre, ovvero i Rappresentanti. Più recentemente, si è preferito adottare i Falchi, riferendosi all’animale che potrebbe incarnare le qualità dei giocatori del Paese.
Galles
Chiudiamo infine con il Galles, i cui giocatori sono ribattezzati i draghi. Per comprendere i motivi di questa associazione possiamo riferirci alle mitologie arturiane, con protagonista assoluto proprio il drago che, peraltro, si trova in maniera ininterrotta sulla bandiera fin dagli anni ’50. Questa scelta ha alimentato la volontà dei tifosi di riferirsi a questa creatura leggendaria per i propri giocatori.
E per quanto concerne l’Italia?
Naturalmente, non ci sono dubbi. Il riferimento al soprannome più gettonato, gli Azzurri, è legato alla necessità di riferirsi in modo chiaro e univoco alla maglia azzurra. Una scelta che risale fin dai tempi della Casa Reale dei Savoia, che nel 1861 unificò l’Italia. Tuttavia, l’esordio della nazionale, che avvenne il 15 maggio 1910 contro la Francia, non fu in maglia azzurra, bensì in maglia bianca. Solamente il 6 gennaio 1911 il colore passo all’azzurro, rappresentando in questo modo la Nazionale nella sfida contro l’Ungheria. Per quanto concerne i colori, c’è stato anche un passaggio al nero, durante il regime fascista, e al verde, adottato negli anni ’50 e tornato temporaneamente nel corso di alcune partite per il 2019.